Si può essere ancora cristiani in un mondo che non lo è più? E’ la domanda che si pone il teologo e biblista belga Jozef De Kesel, cardinale e arcivescovo emerito di Bruxelles-Malines, del quale la Libreria Editrice Vaticana pubblica la traduzione italiana del libro già uscito in francese nel 2021, “Foi e religion dans une société moderne”, con un titolo che nella versione Lev recita: “Cristiani in un mondo che non lo è +”. Il cardinale, che partecipa al Concistoro del 30 settembre e poi ai Sinodo che si apre il 4 ottobre, sostiene di sì, a condizione di accettare, abitare e valorizzare il presente per quello che è. E testimoniando nel mondo il Vangelo, con essenzialità. Quindi “cercare Dio, ascoltare la sua Parola; rispondergli con la preghiera e la liturgia, il ringraziamento e la lode; vivere nell’amore fraterno e nella solidarieta` con chi e` nel bisogno”. Questo, per il cardinale De Kesel, significa che la Chiesa dovrà farsi più umile, più piccola e forse minoritaria, più confessante e missionaria, piu` aperta al dialogo e alla solidarieta`. E il Sinodo che sta arrivando, che per il porporato “riprende lo spirito del Concilio” potrà aiutarla in quest’opera, “che è prima di tutto una conversione dello spirito”. Di questo, e di altri temi del suo libro, agile lettura di poco più di 130 pagine, abbiamo parlato con l’autore.